Lisbeth Gruwez e il suo complesso di danzatori, Voetvolk, con il pezzo AH/HA si pone in un’area ideale: siamo in un non luogo, una tela verde che non consente riferimenti né temporali, né spaziali. Gradualmente il movimento investe il corpo dei cinque danzatori. L’incandescente Lisbeth Gruwez presenta una performance che letteralmente lascia sbigottito il pubblico con un’azione scenica che diventa quasi trance, cesellata in micromovimenti, tagliente. Con questa pièce Lisbeth Gruwez con il Voetvolk continua sua la ricerca sul corpo in estasi e, in questo caso, considera il corpo in rapporto alle risate. In questo pezzo esplosivo viene esplorata l'intera gamma di risate, tutte le modulazioni del corpo durante la risata, passando attraverso un'energia che non passa dall'immagine, ma da un sentimento che si diffonde sotto l’epidermide del pubblico. La performance è magnetica, è una danza di energia pura, vicina all'estasi. Essa esplora l'energia di un corpo che esce dai propri limiti fisici. Che sia trasportato dalla violenza del discorso in un assolo affascinante, o sia governato dalle scosse quasi convulsive delle risate, fino ad un possibile urlo, nella creazione AH / HA il corpo sonda le sue pieghe più recondite e periferiche e libera una intensità accattivante e sconcertante che sfocia in una sorta di metamorfosi . La metamorfosi è il cuore di un lungo processo che inizia con l'osservazione, attraverso l'interiorizzazione, per raggiungere un linguaggio del corpo esplosivo.
La coreografa precisa di ispirarsi ad una forma di energia che non passa attraverso l'immagine, ma non ci possiamo esimere da chiari paralleli pittorici, da Edvard Munch a Oskar Kokoschka e l’espressionismo nordico e tedesco.
Teatro